La circolazione delle musiche, la loro acquisizione presso culture diverse, non è una peculiarità esclusiva dei nostri giorni dominati dal web e dalla facilità di spostamento. Almeno dai tempi delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra XV e XVI secolo la musica viaggia con gli uomini; la storia della musica occidentale ad esempio, è costantemente attraversata da flussi continui di musiche portate dagli esecutori stessi o affidate alla scrittura fatte attraverso tutto il mondo allora conosciuto fino alle Americhe, all’Asia. Questa conversazione si propone di seguire alcuni tracciati non lineari attraverso i quali gli uomini di culture diverse con le proprie musiche si sono incontrati e di come queste musiche sono diventate “altro” rispetto ai presupposti di partenza. Storie meticce di musiche nate con determinate finalità, funzioni, in determinati contesti che nel tempo e nello spazio si trasformano in qualcosa di diverso restando in varia misura riconoscibili.
Roberto Milleddu ha compiuto studi presso l’Università di Cagliari e presso il Conservatorio Palestrina di Cagliari, laureandosi in Etnomusicologia con una tesi inerente il canto a più voci di tradizione orale. Partito da studi sull'attività musicale e l’arte organaria in Sardegna tra i sec. XVI-XIX, si avvicina alla prospettiva etnomusicologica, orientando la sua ricerca intorno alle pratiche musicali d’ambito religioso e le polifonie di tradizione orale interessandosi altresì alla documentazione archivistica relativa a tali pratiche. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di carattere etnomusicologico e organologico. Collabora con il Laboratorio organi storici del Conservatorio di Cagliari e con il Corso di Musica liturgica “Colimus” organizzato dal Conservatorio e dall’Ufficio Liturgico della Diocesi di Cagliari.